
Storia
Sul tetto l'insegna sbiadita ti indica da lontano la strada per giungere in quel che rimane del tempio della musica Rock intutte le sue forme dal Rock'n'Roll al Punk passando per lo Ska ed il Folk Blues; sul pavimento campeggia ancora l'enorme scritta col nome del locale come a dire "sono quì ammaccato, ferito,ma vivo e non finirò così, non morirò quì". Perchè il Rock non muore mai, la musica non muore mai. Non si può fermare è come un fiume in piena che ti travolge e ti porta via, e dopo un po' , anche tu, ti lasci trasportare, attraverso i suoli flussi ,le onde, le rapide e le cascate,fino a quando ti entra dentro diventa parte di e ti accompagnerà per sempre senza mollarti ne mollare MAI.
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La storia del locale è legata a Thomas Balsamini, (Scomparso prematuramente il 10 giugno 2013 all'età di 47 anni, la cerimonia funebre si svolse proprio all' interno del Velvet col feretro posto al centro della pista da ballo, alla presenza delle autorità locali e l'ingresso aperto liberamente al pubblico), il dj e imprenditore che ne seguì il passaggio dallo Slego, e ne curò la direzione artistica, sia come organizzatore di concerti, ma soprattutto come selezionatore musicale all'interno delle serate. A Thomas Balsamini è riconosciuta capacità innovativa in campo musicale e di intrattenimento in un club, cosa che ha reso il Velvet un punto di riferimento nella scena alternative italiana. È stato fra i primi a dare visibilità a molte band italiane poi divenute famose come i Subsonica, gli Afterhours, i Bluvertigo ed i Marlene Kuntz, Ligabue; facendoli esibire dal vivo al Velvet. Certo molto è cambiato dai primi tempi, quando sul palco si alternavano Ramones, Motorpsycho, dEUS, Pavement, Bad Religion, Fear Factory Nirvana, e in ordine sparso Blur, Ramones, Black Sabbath, Violent Femmes, John Cale, Motörhead, Primal Scream; e tanti altri. Tra concerti diretti al Velvet e allo Slego, oltre a qualche produzione esterna, hanno sfondato quota 1.000 gli eventi che ha ospitato dal 1989, quando è nato.
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Un salto nel passato
Tutto cominciò con un'altro locale mitico
"LO SLEGO"
Lo Slego fu un locale e club storico della scena rock, tantoché il Times lo citò in un articolo come uno dei locali del genere più importanti d'Europa.[1] Nato a Viserba di Rimini nel 1980, in piena rivoluzione punk 77, lo slego sopperì alla mancanza, in quel periodo, di locali da ballo alternativi alle balere da liscio o alle discoteche più indirizzate nella disco music. Il club divenne inoltre un importante promotore di musica live, in cui passarono alcune delle realtà più interessanti del panorama rock nazionale ed internazionale.
Alla fine degli anni '70, l'offerta musicale dei locali da ballo si divideva fra balere impegnate nella diffusione di musica tradizionale (liscio romagnolo, mazurca, polka, valzer) e discoteche con la loro disco music. Il rock del panorama musicale nazionale ed internazionale, nonostante l'avvento del punk nel 1977, era ancora fortemente influenzato dai "mostri sacri" degli anni '70, tendenza che però dimostrava sempre più la sua stanchezza avvolte con espressioni eccessivamente monumentali, altre con eccessi tecnicistici come per certe espressioni del prog rock nostrano.In questo contesto, nel 1980 alcuni ragazzi riminesi sull'onda della rivoluzione del primo punk, pensano sia possibile aprire un locale dove poter ballare la "New Wave" ed il Punk. Giovanni Tommaso Garattoni, Werter Corbelli, Roberto "bull" Buldrini, Caterina Fabbri, Gaudenzia Angelini e Franco Fattori il 23 novembre 1980, una domenica pomeriggio, trasformarono una balera di periferia nello Slego. Il primo anno fu, in realtà lungo cinque settimane, chiudendo la notte di capodanno con una grande festa fino all'alba.
Con l'inizio degli anni '80 il locale prende un giro maggiore, cambia nome e prendendo a prestito un verso di Eptadone degli Skiantos si ribattezza "Lo Slego", decidendo così di dare in mano la gestione all'ARCI e la direzione del locale a Pier Pierucci, seriamente intenzionato a creare un circuito di club in cui proporre concerti, Dj e performance. Nasce così quello che diventerà in qualche anno il Nightclubbin' Organization di cui facevano parte il Big Club di Torino, il New Panda di Salerno, il Suburbia di Perugia, il Viridis di San Giuliano Milanese, lo Psycho di Genova, il Manila di Firenze, l'Amnesia di Terni, l'Aleph di Gabicce, il Graffio di Modena, il Malaria di Giulianova, il Neon di Pordenone, il My Way di Fiorenzuola d'Arda ed il Plastic di Milano. Fu in questo periodo che Thomas Balsamini divenne il principale Dj dello Slego, suonando tramite il Rockerilla Party in molti dei locali del Nightclubbin' Organization.
In quegli anni, inoltre lo Slego organizzò numerosi concerti, fra cui da ricordare è sicuramente il primo concerto che i Litfiba tennero fuori Firenze nel 1981
Con gli X di John Doe ed Exene Cervenka, lo Slego aprì il suo palco a gruppi stranieri. Furono di questo periodo concerti dei Cult, dei Sound, dei Prisoners, Gun Club e dei Clock DVA.
Sulla metà degli anni '80 l'attenzione si sposta verso gruppi impegnati nella riscoperta di sonorità del passato, dal rock 'n' roll degli anni '50 alla psichedelia dei '70, dal beat al garage punk. Oltre al solito folto numero di concerti di gruppi stranieri come Julian Cope, Green on Red, Opal, Died Pretty, Ramones Nel 2000 il proprietario dello stabile in cui Lo Slego risiedeva vende l' immobile che verrà abbattuto. Questo evento determinò la definitiva chiusura del club che trovò la sua naturale prosecuzione nel Velvet Club.
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